Lo scorso 7 luglio avevamo dato l'affare per fatto: Francesco Cozza nuovo allenatore dell'Acr Messina. Le affannose smentite di rito, seguenti ad una mobilitazione social e non solo dell'intera tifoseria giallorossa, non le abbiamo nemmeno prese in considerazione. Crediamo nelle nostre fonti e anche ai nostri occhi, avendo visto lo stesso ex calciatore della Reggina in città, unico tra quelli opzionati dalla nuova dirigenza ad avere avuto un contatto diretto con la piazza. Gli altri, a quanto pare, sono stati solo sondati ma senza nemmeno troppa convinzione.
L'intenzione tracciata fin da principio: ricreare l'asse con il direttore sportivo Carmelo Rappoccio, ma anche con il segretario generale Massimo Bandiera. Tant'è che il progetto tecnico, suggellato già nelle scorse settimane, prevedeva anche una lista di calciatori da ingaggiare (che abbiamo pubblicato) propedeutica alla firma sul contratto del tecnico ex Sicula Leonzio. Le aperture ad altri nomi solo in caso di difficoltà con la prima scelta, voluta soprattutto dal ds al quale il presidente Pietro Sciotto ha affidato le chiavi del club, almeno per quanto riguarda la sfera tecnica.
Ora, non è che ci sarebbe molto altro da aggiungere a quanto la maggioranza dei gruppi organizzati della Curva ha manifestato in questi giorni a più riprese con striscioni e prese di posizioni pubbliche. Come nessuno mette in discussione la professionalità di Francesco Cozza, allo stesso modo nessuno può e deve sindacare sul pensiero del vero "proprietario" della fede giallorossa: i tifosi. Cozza a Messina non è gradito. Lo diciamo chiaramente, così che anche la nostra posizione sia scevra da interpretazioni. Non per le sue qualità o i suoi metodi, non per i risultati o le ambizioni, ma per la sua appartenenza. Sempre dichiarata e mai nascosta. Senza necessità di elencare il come e il quando.
Non ci si venga a dire che sono questioni che appartengono al passato, perché la dignità non ha tempo. Cozza è l'idolo di una parte parte della barricata, di altri colori, di altre storie. Non ce ne voglia personalmente, perché alla fine si parla di rivalità sportive ed è giusto oltre che equilibrato non sfociare nel rancore umano. Ma è più giusto per tutti che sia e resti una bandiera amaranto, lasciando sventolare quel che resta del vessillo biancoscudato, vessato da anni di umiliazioni societarie e sportive, ma mai ammainato.
L'alternativa? Beh, sembra abbastanza chiara. I supporters peloritani non sono disposti ad accettare una scelta del genere. Con quale forma lo manifesterebbero, disertando lo stadio o contestando una proprietà sorda oltre che confusa (nonostante oggettivamente abbia mostrato tendenze al volere investire ma male) è da valutare. La linea è evidente e coinvolge anche coloro che, amanti folli del Messina, hanno deciso a malincuore di staccarsi dalla squadra non ritrovandosi più nelle vesti rifondate di questo Acr e nell'ennesimo tentativo di ricostruzione sulle macerie. Anche per loro l'ideale è esclamativo, tutti ma non Ciccio Cozza! Sciotto sembra l'unico a non averlo capito, o probabilmente lo ha capito benissimo...
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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