Comunque vadano le cose, è un arrivederci”. Inizia così l’ultima conferenza stampa dell’anno di Cristiano Lucarelli, fatta per tributare “un saluto a tutti, visto che c’è stato il rompete le righe ufficiale della squadra”. Riflessioni sul campionato che è appena trascorso, l’inevitabile sguardo al futuro, l’ipotesi sempre più concreta di un ritorno al Celeste: sono tanti gli argomenti trattati dal tecnico del Messina, vero e proprio condottiero nell’ottenimento anticipato della salvezza.

FUTURO - “Ci siamo incontrati ieri mattina con la società per un primo passaggio sulle volontà di entrambi, perché non si può fare un contratto da soli. Non c’è nulla di ostativo al proseguimento del rapporto, tanto che tra di noi c’è stata grossa empatia sin da subito: mi trovo bene con tutti, dal presidente ai direttori e sono stati importantissimi per quello che hanno fatto. Ero al limite delle energie mentali e fisiche e il loro arrivo ci ha ricaricato, permettendoci di arrivare in fondo in maniera trionfale. Il matrimonio potrebbe proseguire per questo, ma ci sono altri aspetti da valutare e al momento non mi sono stati detti obiettivo e budget. Proto si aspetta degli aiuti importanti da istituzioni, imprenditoria e città, anche per questo ci sentiremo più avanti. Per me ci sono due cose determinanti: il budget per l’obiettivo da fissare e la scelta dello stadio in cui giocheremo. Nelle analisi con il nostro staff, per esempio, un conto è il Celeste un altro il San Filippo. Al Celeste, campo con dimensioni diverse, servirebbero idee nuove e un certo modulo di riferimento. In mancanza di queste due certezze, rinviamo di poco la decisione, ma non ci sono altri motivi anche perché la gente mi vuole bene, sono stato apprezzato e pure io mi sono legato alla piazza. Ci sarebbero tutte le condizioni sentimentali per proseguire, ma nel calcio contano i risultati e non voglio rovinare quello che ho fatto magari facendo male. Cercheremo di essere tutti pienamente convinti: è stata una stagione dispendiosa e la società d’ora in avanti dovrà affrontare situazioni non semplici sul piano economico. Con un colpo di spugna, non si risolve tutto, si deciderà con più certezze”. Insomma la fiducia non è venuta certamente meno, Lucarelli conosce bene in che condizioni il club si trova oggi ad operare, quello che l'attuale proprietà ha ereditato, la sfida del risanamento finanziario da vincere. Ma per se stesso e per il rispetto che porta alla piazza, preferisce sedersi a tavolino quando tutte le carte verranno calate.

TRA AMBIZIONI E RICORDI - “I playoff sono l’ambizione e non perché mi sento il Mourinho della situazione, ma perché tutto l’ambiente chiede di alzare l’asticella. Se si dovesse fare un budget di lacrime e sudore, credo di non avere le energie per affrontare un'altra stagione come quella di quest'anno. Parliamoci chiaro, credo che anche la società voglia lo stesso, ma tra il pensarlo e il farlo c'è di mezzo l'attuale condizione economica. Mai pensato di mollare in questi mesi? Forse solo la settimana prima della partita con la Juve Stabia ho pensato di non farcela: c’erano 8 giocatori a Limina, non ho avuto il tempo di cambiarmi, ero a litigare con i procuratori che insistevano per portare via i giocatori e altri che facevano finta di stare male. All'attuale proprietà ho chiesto se la riconferma fosse per gratitudine o stima, perché non voglio restare solo per gratitudine. Ho ricevuto una risposta convincente. Al momento ribadisco che non ho ricevuto nessun’altra offerta, ero solo concentrato sul Messina, lottavamo per un obiettivo e non potevamo permetterci distrazioni: certo, se mi chiamasse una società importante, per educazione il colloquio lo si fa, ma al momento non c’è questo problema. Se dovesse accadere, comunque, siccome siamo persone leali e trasperenti, il Messina verrebbe subito informato. La mia priorità è dare continuità al lavoro qui ma in termini diversi e, ripeto, per iniziare la stagione dobbiamo essere convinti di alzare l’asticella. Non mi era mai successo di legarmi in così poco tempo ad una realtà”.

CELESTE O SAN FILIPPO? - “Celeste tutta la vita, ci sono 7/8 punti garantiti dai tifosi e dall’ambiente e sarebbe tutta un’altra cosa. Ci si punta tanto, forse tutto e io stesso ho sentito che molti tornerebbero al campo spostandoci. Nello staff del presidente Proto c’è gente lungimirante che sa puntare a trarre profitti e sviluppare progetti validi. Nell’immediato è la scelta più giusta, ma ci auguriamo di tornare al San Filippo il prima possibile. La società chiede partecipazione e credo che quest’anno ci siano degli elementi importanti per ritornare allo stadio: penso che quanto fatto in questi mesi e lo stesso staff di Proto possano servire da volano per sensibilizzare il territorio”.

LO STRATEGA - “La squadra ha sempre tenuto bene il campo, tranne in 3/4 occasioni in cui c’è stato un crollo mentale. Io motivatore? È una mia caratteristica, nel casino mi esalto! Quando sono arrivato la condizione di molti giocatori era precaria e non per colpa di Marra: siamo riusciti a migliorare la situazione dando la nostra impronta di gioco. Questa squadra ogni tanto aveva bisogno di una randellata, poi rispondeva alla grande per 4/5 partite. Ho sempre preferito il 4-3-3 da quando alleno, ma facevamo pochi gol non avendo esterni estremamente prolifici e gravava tutto sulla prima punta: con due attaccanti abbiamo finalizzato meglio, Anastasi ha ottimizzato quello che prima tornava indietro, nonostante in cinque anni io non avessi mai giocato con il 4-3-1-2. Poi abbiamo avuto difficoltà, senza Anastasi e Rea facevamo fatica ad affrontare l’urto centrale con l’avversario con due punte. Abbiamo dato più equilibrio giocando con il 3-5-2 e penso che, se dovessi restare, questo modulo al Celeste potrebbe darci tanti vantaggi”.

IL MESSINA CHE VERRÀ - “Il direttore Pitino è una vecchia volpe del calciomercato, Cinque calciatori sono nostri, molti altri sono in prestito e non sarà facile riaverli. Partendo dalla base di oggi ci vorrebbe un top per reparto e a quel punto ce la potremmo giocare per i primi sei posti. Con Rea, De Vito e Berardi, per esempio, la difesa è quasi pronta. Abbiamo affrontato molti avversari e individuato giocatori che potrebbero fare al caso nostro, ma serve uno sforzo comune per andare a prenderli. Per fare un campionato importante la società cercherà risorse all’altezza e c’è l’esigenza di allestire una squadra diversa rispetto all’ultimo anno. La battaglia dei conti va vinta, me lo auguro. Per guardare avanti con ambizione servirà una gestione da 2,8 milioni circa, rispetto da quello da 1,5 di questa stagione”.

Sezione: Acr Messina / Data: Gio 11 maggio 2017 alle 13:29
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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