Attenzione, Atteggiamento, Agonismo: queste le tre A con cui il Messina supera l’esame del “Razza” di Vibo Valentia, praticamente spegnendo le speranze dei calabresi di salvare la categoria sul campo ma soprattutto alimentando le proprie ambizioni di uscire dalla zona playout entro il prossimo 24 aprile.
Nelle ultime 11 partite, quelle con Ezio Raciti alla guida tecnica, si sono raccolti 19 punti, di cui 15 nel solo mese di febbraio, in 7 gare che, meno di trenta giorni orsono, sembrava potessero aprire l’abisso sotto i piedi di una squadra rientrata in campo a fine gennaio dopo la lunga sosta e costretta a subire un durissimo 5-1 sul campo della Virtus Francavilla. L’augurio è che qualcuno, a obiettivo conseguito, ci racconti cosa sia successo nello spogliatoio del “Barbera”, ma farà parte di una parte del romanzo ancora da scrivere, visto che mancano ancora 9 partite alla fine e non è consentito a nessuno fermarsi o guardare indietro.
Restando al match di ieri sera a Vibo, la coppia Raciti-Cinelli (voto 7) prepara bene il piano partita, commisurandolo alle condizioni complessivi dei singoli componenti di una rosa molto più folta e completa dopo il mercato di riparazione. E’ ovvio che il Messina cambi marcia dopo il triplo cambio giunto dopo un’ora di gioco, ma qui scatta l’eterno dilemma sulla importanza di mettere subito in campo i migliori oppure sfruttare i bonus dati dalle cinque sostituzioni consentite, distribuendo risorse e forze a propria disposizione. Il risultato finale sfuma i dubbi, ma l’importante è sottolineare la prova del collettivo in continuità con quella di martedì scorso, per sacrificio e giusta tensione anche nell’unico momento più complicato da gestire, i minuti trascorsi tra il rigore del tutto episodico di Curiale e la strepitosa parata di Lewandoski in chiusura di tempo sul tiro di Risaliti.
Proprio il portiere polacco, spesso indicato come uno dei punti deboli di questa squadra, è determinante per portare a casa la vittoria, non solo nell’occasione appena descritta, ma anche nella ripresa, quando devia in bello stile una punizione velenosa di Curiale sul 2-1. Voto 7 per lui. “Sontuosa” è la definizione data da mister Raciti in collegamento da remoto con la stampa alla gara di Filippo Damian (7,5), finalmente all’altezza delle sue doti così come nelle ultime due apparizioni, sia pure con minutaggio e caratura diversa. Ieri sera a Vibo il numero 10 è davvero fondamentale per dare equilibrio a tutto il gioco della squadra, chiude, riparte, detta i tempi della manovra e segna il suo secondo gol stagionale, atteso dall’esordio in Coppa Italia nella calda serata agostana di Castellammare di Stabia, sempre su calcio di punizione, a sbloccare una gara che i biancoscudati dovevano vincere e stava andando avanti a ritmi un po’ troppo compassati.
Altro elemento chiave per innescare i due gol decisivi è Lorenzo Catania (7) desaparecido dopo il periodo “capuanesco”, colpito dal Covid e solo da pochi giorni tornato a disposizione dopo avere rischiato il taglio post mercato. Lo staff tecnico gli concede mezz’ora oltre recupero e lui la sfrutta tutta mettendoci quei lampi di tecnica, corsa, ricerca spasmodica degli spazi per le giocate determinanti se messo in una posizione come quella di esterno di attacco, quasi mai ricoperta nelle occasioni in cui era stato in campo in questa stagione. Il gol con pallonetto da metà campo al 91’ corona questa serata in cui il Messina potrebbe avere trovato proprio in questo “ragazzo del 99” pescato in Eccellenza Lombarda, una risorsa a sorpresa da amministrare in modo intelligente e letale, per gli avversari, nel finale di stagione.
Conferma in senso positivo anche nel reparto arretrato, che riesce a subire gol solo su rigore, tra l’altro casuale, rischiando molto poco, ed il merito è da suddividere equamente tra tutti e quattro i componenti, da Trasciani (6,5) sempre più titolare inamovibile, a Celic (6,5) puntuale nel chiudere i varchi, passando per capitan Carillo (6,5) che non teme di prendere a sportellate sia Curiale che Volpe, e finendo a Morelli (6,5) riciclatosi come terzino sinistro dopo il lungo stop e dedicato esclusivamente alla fase difensiva, una metamorfosi totale rispetto alla prima parte di stagione quando distribuiva assist e ogni tanto dimenticava di marcare gli avversari sulla fascia destra sia con difesa a 4 che da quinto nel 3-5-2. Misteri del calcio, o conseguenza dell’equilibrio complessivo della squadra, più probabilmente.
Il centrocampo gira attorno a Damian, ma l’apporto dei suoi due compagni di reparto non è trascurabile, a partire da Fofana (6,5) meno onnipresente rispetto al solito, ma comunque indispensabile per chiudere i varchi e ripulire situazioni complicate, e finire a Konate (6,5) anche lui prezioso perché porta tanta legna qualche volta a scapito della precisione. Al posto del guineano in prestito dal Perugia subentra Marginean (6,5) elemento da amministrare in questo momento dal punto di vista della condizione fisica. Il nazionale under 20 della Romania mette sul terreno di gioco classe, presenza atletica e dà sostanza allo sforzo finale per portare a casa i tre punti.
L’attacco vive due periodi totalmente diversi, anche perché, nell’arco della gara, cambiano tutti e tre gli interpreti schierati inizialmente. Statella (6) gioca un’ora diligente, mettendo esperienza e posizione al servizio della squadra che mirava a non concedere spazio alle iniziative della Vibonese, Goncalves (6) non riesce a dare le accelerazioni giuste, ma anche lui contribuisce in fase di contenimento o di occupazione degli spazi. Già detto di Catania, che sostituisce il portoghese, ma avendo caratteristiche tecniche totalmente diverse, l’altra freccia inserita dalla panchina si piazza a destra e risponde al nome di Raffaele Russo (6,5), il quale entra in campo e subito piazza tre accelerazioni micidiali che mettono in serio imbarazzo la difesa rossoblù, per poi calare, ovviamente, alla distanza, essendo reduce da più di una settimana di stop completo. Discorso diverso per Busatto (7) determinante perché si carica per un’ora interamente il peso dell’attacco, sacrificandosi anche in copertura, sprecando un colpo di testa non proprio semplice, ma poi impreziosisce la sua prestazione con il gol del 2-1 mix di fisicità, tecnica e freddezza, proprio nella stessa porta in cui, alla seconda di campionato, aveva sprecato il match ball allo scadere nel derby col Palermo giocato in campo neutro. Bene anche il suo sostituto Adorante (6) che entra subito nel clima degli ultimi 20’, sfiorando il gol e battagliando su ogni pallone.
La fredda e umida serata vibonese si conclude con l’intera squadra radunata sotto la gradinata occupata dai tifosi giallorossi a festeggiare questa vittoria, importante ma non certamente decisiva per il raggiungimento della salvezza. Mancano ancora 9 dure prove da affrontare, prima di finire la stagione regolare e tanti punti da conquistare prima di centrare l’obiettivo, un passo dopo l’altro.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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