Decisivo, nel momento più delicato della stagione. Valerio Anastasi è diventato irrinunciabile per il Messina e il gol a Lecce rappresenta “solo”, si fa per dire, la dimostrazione tangibile di quanto l'ariete sia fondamentale per la squadra. Senza di lui contro Akragas, Fondi e Melfi, due punti in tre partite, con lui tre in un colpo in un campo difficilissimo come il Via del Mare. Sono numeri, anche se dietro i risultati di queste gare c'è anche dell'altro.
L'infortunio alla mano, la frattura scomposta del quarto metacarpo, lo ha frenato ma non ha inficiato più di tanto sullo stato di forma generale dell'attaccante, che in Puglia ha voluto rischiare per contribuire alla causa: “Il chirurgo che mi ha operato mi aveva consigliato di non giocare, però vista la situazione ho preferito provaci – ha spiegato intervenendo durante “A tutto campo” su Radio Amore -. Avessimo vinto con il Melfi probabilmente avrei evitato, ma in settimana avevo testato la condizione con una fasciatura ampia ottenendo riscontri positivi, per fortuna è andata bene”.
Benissimo, visto anche la marcatura che ha suggellato il successo per i peloritani: “Non c'era tempo per avere paura dopo il ko interno della settimana precedente, non avevamo altre possibilità se non crederci, qualunque fosse l'avversario. Abbiamo trovato il Lecce che aveva minori motivazioni e siamo riusciti così probabilmente a pareggiare il gap tecnico, però loro hanno dato tutto perché la società voleva riavvicinare i tifosi in vista dei playoff. Hanno preso un palo prima del nostro vantaggio, il loro portiere si è buttato in avanti negli ultimi minuti. Ma avevamo una situazione mentale diversa e l'abbiamo sfruttata”.
Un passo avanti importante verso la salvezza, ma adesso non si può sbagliare tra le mura amiche contro il Cosenza: “Onestamente quando sono arrivato credevo che avremmo dovuto lottare fino all'ultimo secondo e oltre il campionato regolare, adesso possiamo giocarcela per evitare subito la retrocessione, dobbiamo prepararla come l'ultima delle finali - ha aggiunto Anastasi -. Dipende da noi, se vinciamo credo che si possa mettere un'ipoteca sull'obiettivo senza guardare agli altri”. Ma resta l'incognita delle penalizzazioni: “E' vero, ne parliamo nello spogliatoio e tanto, forse non ne parla abbastanza la gente, ci si è più concentrati sul come abbiamo perso contro il Melfi ma nessuno ha detto in aggiunta che senza questa attesa sanzione e tutti i problemi di quest'anno, saremmo già salvi”.
Arrivato in città accompagnato da un pizzico di scetticismo per la sua dimensione realizzativa non proprio eccelsa, ha risposto sul campo non solo con le reti ma soprattutto con le prestazioni: “Mi sacrifico, do una mano, per una squadra che lotta per la salvezza diventa decisivo. Cerco di fare il massimo, se la squadra con me va meglio sono contento - ha detto -. Il ruolo dell'attaccante nel tempo è cambiato, certo se uno guarda la mia carriera non può conoscere tutti gli infortuni che ho avuto e l'hanno condizionata, ma ora sto bene e riesco ad esprimermi al meglio”.
Attualmente legato al Catania, preferisce non guardare oltre l'immediato: “Avevo parlato con il direttore Pietro Lo Monaco prima del trasferimento, poi non l'ho sentito più. Mi diceva che credeva molto in me e che l'esperienza di Messina mi sarebbe servita per dimostrare il mio valore, aveva ragione perché così è stato. Adesso penso solo alla salvezza da conquistare, poi questa estate vedremo cosa succederà”.
L'ultima battuta su un compagno di squadra, Da Silva, anche lui giunto dalla formazione etnea nell'ambito dell'operazione Pozzebon: “Quando dovevo arrivare qui mi ha chiamato mister Lucarelli per chiedermi un giudizio su di lui, gli ho detto di prenderlo subito perché tecnicamente e fisicamente per me è di altra categoria. Aveva solo la necessità di rapportarsi e adattarsi al calcio italiano. E' normale che se al primo errore finisci in panchina diventa difficile, si può crescere solo giocando. A Catania è successo questo, a Messina ha trovato continuità, l'allenatore ha creduto in lui e viceversa si è fatto trovare pronto”.
Autore: Emanuele Rigano / Twitter: @menelpallone
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