Dopo il consueto appuntamento con le più strane vicende, ormai immancabili in estate, il Messina si appresta ad iniziare la terza stagione consecutiva in Serie C. La nostalgia per le annate di alto profilo è parecchia, soprattutto dopo la permanenza in città della trasmissione di SkyCalciomercato - L’originale, che ha ripercorso gli anni d’oro dell’era Franza, intervistando numerosi protagonisti di quell’esaltante periodo.

Una parte della piazza appare oggi depressa e disinnamorata anche se, a folate, il pubblico ha dimostrato di esseci, come nel playout contro la Gelbison. Responsabilità a parte, in città c'è chi è convinto di vivere nel periodo peggiore della storia calcistica messinese. Ma è davvero così? Statistiche alla mano, e non considerando il primo embrionale ventennio del football cittadino, possiamo affermare di non aver ancora infranto i record negativi della storia biancoscudata. Tra il 1968 ed il 1986, infatti, il Messina è rimasta costantemente  fuori dalle prime due serie nazionali, per un totale di diciotto stagioni passate tra terza e quarta serie. Il prossimo campionato, invece, sarà il sedicesimo dalla rinuncia del 2007/08, decretata dalla mancata iscrizione in serie B per volere della famiglia Franza. Rimangono tre campionati, pertanto, per riguadagnare la serie cadetta ed evitare di scrivere l’era peggiore di sempre per i colori della città dello Stretto.

La Serie B, considerando la cronistoria giallorossa, è l’habitat naturale della città dello Stretto: il campionato di secondo livello è stato disputato in trentatré occasioni (compreso il torneo meridionale del 1928/29). Sono 32, invece, le partecipazioni al terzo gradino nazionale, tenuto conto del campionato 2023/24, che inizierà tra poco. E, nel periodo succitato, il Messina si tenne fuori dal calcio che conta per ben diciotto anni, inanellando una serie di stagioni avare di soddisfazioni. Dopo i fasti della prima serie A, disputata tra il 1963 ed il 1965, i giallorossi parteciparono a tre campionati consecutivi di B, dalla quale retrocedettero nel 1967/68, a seguito di un pantagruelico torneo di spareggio con Genoa, Venezia, Lecco e Perugia.

Seguirono, con alterne vicende, tre campionati di serie C, prima di conoscere l’onta della retrocessione in serie D, nella stagione 1972/73. L’inferno, però, durò una sola stagione: il presidente Gulletta affidò la squadra a mister Giusto Lodi, che riguadagnò immediatamente la serie C vincendo il campionato, grazie alle 22 reti del bomber Lando Bertagna. Il sesto posto dell’anno successivo, conquistato in un torneo durissimo per la levatura delle contendenti, fece ben sperare i tifosi, convinti di essere vicini ad una nuova rinascita del calcio cittadino. Il fuoco dell’esaltazione, però, si rivelò fatuo, visto che, solamente due anni dopo, il Messina retrocedette nuovamente in serie D.

Anche in questo caso, però, l’esilio durò una sola stagione: il sesto posto finale valse l’ammissione alla neonata serie C/2, conquistata insieme a Vittoria, Vigor Lamezia, Igea Virtus, Alcamo e Cosenza. Saranno addirittura cinque, però, gli anni passati nella nuova categoria, con due salvezze consecutive conquistate in extremis (che sensazione di déjà-vu, nevvero?) nel 1979/80 e nel 1980/81. L’agognato salto in serie C/1 arrivò soltanto nell’annata 1982/83, grazie alla sapiente guida del compianto mister Antonio Ballarò. Un esaltante Messina, che annoverava giocatori del calibro di Schillaci, Bellopede, Napoli, Mancuso e Jannucci, si classificò al primo posto dopo una corsa tutta siciliana con Akragas, Siracusa e Licata. La permanenza in C/1, poi, durò solamente tre anni. Il leggendario Messina dei bastardi, con Franco Scoglio in panchina, riuscì a vincere il campionato 1985/86, conquistando quella serie B che mancava, in riva allo Stretto, da diciotto lunghissimi anni.

Un purgatorio dantesco, a tinte luciferine, che Messina dovette vivere, con la magra consolazione di rimembrare i fasti della serie A degli anni ‘60, animata dalle serpentine di Benitez e dalle reti di Morelli e Bagatti. Un situazione che, in questo momento, appare come un’esatta fotocopia della contemporaneità.

Sezione: Amarcord / Data: Mar 15 agosto 2023 alle 09:01
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @menelpallone
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