Quando si perde a causa di un episodio, dopo avere gestito la partita secondo i piani della vigilia, la reazione può essere di grande rabbia e delusione oppure si può prendere la parte buona della prestazione complessiva della propria squadra e ancorarsi a quella per costruire un futuro meno nebuloso. Mister Capuano (voto 6), nelle dichiarazioni successive al match disputatosi ieri al “Menti” di Castellammare di Stabia, sceglie la seconda strada e decide di elogiare i suoi ragazzi davanti al video della conferenza stampa in remoto, ma sicuramente non sarà stato tenero con loro negli spogliatoi e cercherà di correggere gli errori alla ripresa del lavoro settimanale. Il risultato deriva da una sola grande disattenzione di tutto il pacchetto arretrato in occasione della rimessa laterale che porta al gol di Stoppa, quando si era arrivati all’ora di gioco. Un elemento ricorrente che è stato mascherato nelle ultime tre gare per motivi diversi, a Potenza dalla reazione immediata dopo lo svantaggio e dalla capacità di tramutare in oro le chance avute sotto la porta avversaria, in casa con la Vibonese dall’atteggiamento parossisticamente guardingo delle due squadre in campo, ieri dalla maggiore conoscenza delle nuove disposizioni tattiche e dei movimenti da fare in campo, soprattutto nella “fase difendente”, parafrasando il tecnico biancoscudato. Serviva ridurre l’emorragia di reti subite, ma solo il tempo dirà se la coperta è troppo corta e si dovrà limitare la capacità di proporre azioni offensive, unica caratteristica positiva di questa rosa. Dopo undici giornate e un cambio di allenatore, si inizia a percepire in modo più concreto la qualità dei calciatori scelti dal ds Argurio per costruire, in pochi giorni, il nuovo Messina ed emerge abbastanza chiaramente il deficit caratteriale di gran parte dei calciatori, l’assenza di un leader in campo e fuori capace di prendersi la responsabilità della giocata e della gestione dei momenti più complicati per il gruppo, e, quindi, appare essenziale il ruolo di mister Capuano, un rischio elevato, ma quasi obbligato in una società arrivata al professionismo al suo quinto anno di vita, con l’ulteriore alea dell’ambiente incattivito e indifferente dopo 13 anni di oscurantismo. Il campionato non concede tregua, le distanze dalla zona salvezza sono salite a quattro, le prossime gare saranno impegnative (Campobasso e Avellino in casa, con la trasferta difficile a Catanzaro in mezzo), ma bisogna sempre tenere a mente l’importanza capitale del mantenimento di questa categoria per tutto il calcio messinese, dando tutti il massimo per raggiungere questo obiettivo.
Le valutazioni dei singoli non dovrebbero essere condizionate dal risultato, ma è chiaro che un pareggio ieri pomeriggio avrebbe dato maggior valore ad una prova complessivamente volitiva. Lewandoski (sv) non viene mai impegnato, se non a raccogliere in porta il pallone scagliato da Stoppa alle sue spalle, operazione ripetuta venti volte in queste prime 11 gare di campionato. La difesa parte a 3 e poi diventa a 4 nella parte finale, dopo la sostituzione di Sarzi Puttini giunta a 20’ dal termine. Il migliore del terzetto iniziale è Fazzi (6,5) preciso ed essenziale nei movimenti e negli interventi, opposto ad un attacco che vedeva la punta centrale Eusepi e le incursioni di due trequartisti rapidi e furbi come Panico e Bencivegna. Attenta e pulita la gara di Carillo (5,5) e Mikulic (5,5) ma per loro un voto in meno, vista la dormita generale che porta al gol decisivo. Poco incisivi, invece, i due esterni, determinanti per dare pericolosità nel modulo “capuanesco”. Morelli (5) e Sarzi Puttini (5) si vedono solo in fase difensiva (o difendente, fate voi), ma lì gli spazi da coprire e le responsabilità da prendersi sono più agevoli rispetto all’appoggio ed alla proposizione. Nell’ultima mezz’ora, trova spazio anche Goncalves (6), attivo e propositivo nel momento più complicato del match. I lanci lunghi non favoriscono la partecipazione dei centrocampisti interni, ma resta una impressione negativa guardando le prestazioni di Damian e Simonetti, che non superano il 5. Il numero dieci biancoscudato viene sostituito nell’intervallo da Fofana, mentre l’ex Pistoiese esce per Balde, dopo l’ 1-0. Un segnale chiaro dell’attuale condizione di entrambi gli elementi acquistati come perni del centrocampo giallorosso in questa stagione. Fofana (5,5) prova a dare maggiore ritmo, ma spreca troppi palloni in fase di impostazione e rifinitura, e la situazione non cambia tantissimo nemmeno con l’ingresso di Konate (5), che ci mette agonismo, rischiando il doppio giallo. Maggiore l’impatto sul match di Balde (6) capace di mettere in difficoltà la difesa gialloblu in più riprese, pur mancando al momento della conclusione, una caratteristica mai dimostrata da questo giovane calciatore. Russo (6), nei 20 minuti in cui resta in campo, prova a inventare qualcosa e dare un po’ di vivacità. Capuano mette in campo all’inizio la sorpresa Catania (5) che parte, come al solito, bene, con un paio di sgroppate e cambi di marcia, poi viene arginato e si perde nell’esclusivo compito di copertura, con la immancabile sostituzione arrivata al minuto 54. Le due punte sono chiamate ad uno sfiancante lavoro di pressing sui portatori di palla avversari, riducendo lo spazio tra la loro posizione e la linea del proprio centrocampo, e, quindi, può capitare che paghino dazio al momento di tirare in porta. Vukusic (6) e Adorante (6) meritano la sufficienza solo per questo, però i loro errori pesano sul risultato finale, soprattutto quello del centravanti in prestito dal Parma al 72’. Le chance costruite o quelle regalate dagli avversari devono essere concretizzate, altrimenti ci sarà un supplemento di sofferenza per raggiungere la salvezza. Intanto, ci sarà finalmente la prima settimana completa di lavoro standard prima del prossimo match contro il Campobasso, quando il margine di errore sarà ridotto al minimo.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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