Aveva costruito una mentalità vincente in un gruppo granitico, capace di dominare la Prima categoria, senza perdere una partita. I ragazzi stravedevano per lui e viceversa, creando un rapporto di simbiosi assoluta. Una cavalcata trionfale, interrotta forse sul più bello. Nino Naccari non è più l’allenatore dell’Atletico Messina e il colpo inevitabilmente fa male: “L’anno scorso, a costo zero, abbiamo stravinto, con la sola forza dell’entusiasmo – spiega il tecnico –. Eravamo una famiglia e non è un modo di dire. Ridevamo, scherzavamo, ma poi alle 14.30, quando l’arbitro fischiava, non ce n’era per nessuno”. Il salto in Promozione, la finale di Coppa Sicilia, un double sfiorato e poi l’estate: “Noi puntavamo tutto sul divertimento e la spensieratezza. La nuova società ha creduto che per fare bene ci volesse un approccio diverso. Devo dire che non ci hanno fatto mai mancare nulla, ma forse sotto il profilo della gestione sportiva avevano idee diverse”. La notizia era nell’aria, di fatto Naccari è stato in discussione fin dalla prima giornata, forse addirittura dalle amichevoli estive. Ma è stato comunque un colpo duro: “Sono un uomo di campo e so che funziona così. Certo è difficile comprendere alcuni motivi. Se guardi la classifica, non solo la vetta è lì, ma abbiamo il secondo migliore attacco e la seconda migliore difesa del campionato”. Sono numeri: “Come le 22 palle gol collezionate domenica scorsa a Viagrande. Le ho contate. A queste si aggiungono una rete annullata, due traverse e un palo”.

Ma anche sul lungo periodo, Naccari non ha dubbi: “Avremmo vinto, ne sono sicuro”. Anima e cuore in un progetto in cui ha sempre creduto ciecamente e da cui ora è fuori: “Per fortuna ho una splendida famiglia e un lavoro che mi riempie di soddisfazioni. Tornerò a dedicarmici maggiormente. Io vivo di risultati ed entusiasmo, il resto non mi interessa. All’inizio della stagione la proprietà mi chiamò per un accordo economico, risposi loro di non preoccuparsi, non era una mia priorità. Avessimo vinto il campionato avrebbero deciso se e quanto riconoscermi”. Probabilmente è pesata anche qualche frattura interna di troppo. O forse fin dall'inizio l'attuale management aveva in mente un progetto tecnico alternativo. Naccari non ha voluto lasciare i suoi ragazzi, nonostante l'uscita di scena anticipata del ds Rigano: “Mi avevano cercato diverse squadre, ma ho dato sempre la precedenza all’Atletico e a un progetto credibile che sentivo anche mio. Vado via amareggiato, ma contento per i valori trasmessi ai ragazzi. Basta guardare quanto sia stato sommerso di affetto. E’ la vittoria più bella”. E ora? “Un occhio agli allenamenti di Zeman. Io ero in prima squadra nell’anno in cui il papà si trovava a Messina. Conosco Karel e studierò da vicino l’Acr”. Senza fermarsi mai, come quando dopo un gol correva a esultare sotto la Sud.

Sezione: Promozione / Data: Mer 20 novembre 2019 alle 12:55 / Fonte: Giovanni Sofia
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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