Non smette di stupire l’eterno Paolo Cannuni che anche quest’anno festeggia una promozione, la decima della sua carriera. Stavolta tocca alla Torrenovese gioire per il salto categoria, doppio se si pensa che la scorsa estate, quando Cannuni lasciò la Messana per tornare a vestire il rosanero, la squadra militava ancora in Seconda categoria. Poi il ripescaggio in Prima e la straordinaria cavalcata culminata nella finale playoff pareggiata con la Castelluccese che ha consegnato la Promozione a Cannuni e compagni.

Il bomber, meno prolifico del solito, si è messo a disposizione dei compagni con personalità e abnegazione: “Finalmente è arrivata l’ennesima promozione - spiega Cannuni ai nostri microfoni - e questa ha un sapore di sudore e sacrifici. Come avevo anticipato in estate, avrei voluto portare questa squadra in Promozione e tutto questo è stato possibile grazie alla forza di questo gruppo, basti pensare che a un certo punto della stagione non potevamo fare a meno l’uno dell’altro. La svolta del campionato? La vittoria per 2-1in casa della Castelluccese nell’ultima giornata del girone d’andata”.

Se per un anno Cannuni ha realizzato meno gol rispetto ai suo standard, la sua esperienza è stato un appiglio importante per un gruppo forte e affiatato come quello della Torrenovese: “A livello realizzativo sono andato sotto la media - prosegue il bomber - ma ho fatto tanti assist che sono giovati per portare punti pesanti. Poi alla fine sono arrivati anche i miei gol decisivi a cui tutti credevano e speravano”. Ma dove trova ancora gli stimoli un uomo esperto come Cannuni? “Il pallone è vita - dice - ti fa conoscere anche tanta gente e non saprei stare senza, ma avevo confidato a qualcuno che se non avessimo vinto la finale avrei smesso”.

Fondamentale nella promozione della Torrenovese l’apporto del tecnico Di Marco, ex compagno di squadra di Cannuni e valore aggiunto nella gestione del gruppo: “Il rapporto con il mister, anche se preferisco chiamarlo Alessio - continua Cannuni - è ottimo e dura da tanti anni. Giocavamo insieme 10 anni fa e ritrovarlo da allenatore è stata una bella emozione. Futuro? Preferisco ancora godermi questi festeggiamenti e non pensare ancora al prossimo anno calcistico: la priorità va alla società in cui ho finito, poi si vedrà”.

Lungo, infine, il capitolo che Cannuni lascia alle dediche per questa decima promozione: “Alla mia famiglia, ai miei compagni (perché senza di loro non avrei potuto farcela), alla società e a tutti quei tifosi che ci hanno seguito settimanalmente. Mi preme, però, ringraziare una persona in particolare, colui che a 39 anni mi fa correre come un ragazzino di 18, che mi prepara fisicamente dall’inizio della stagione e che mi ha fatto arrivare all’ultima partita in splendida forma fisica e atletica: il maestro Sarino Salmeri”.

Sezione: Le categorie / Data: Sab 19 maggio 2018 alle 09:23
Autore: Antonio Billè / Twitter: @antobille
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