Cinque mesi per risollevare il Monforte, credere nella salvezza e conquistarla. Sono bastati cinque mesi, da gennaio a maggio, a Salvatore Cambria (subentrato a Santi Alesci) per scrivere una pagina importante del calcio monfortese: un successo, il 5-0 nel ritorno dello spareggio play-out contro il Pompei, che – per l'allenatore – ha radici lontane, costruito oltre i 90 minuti in campo. Il tecnico, infatti, al suo arrivo è dovuto prima intervenire su testa e gambe dei giocatori per arrivare pronti all’ultima fase della stagione.

Il 5-0 di domenica, fondamentale per ribaltare il ko dell’andata (2-0), sa di impresa per una squadra che sembrava spacciata, senza quella forza, mentale soprattutto, per reagire e raggiungere il traguardo. Invece in poco tempo tutto è cambiato: “Avremmo potuto raggiungere la salvezza anche prima in campionato (terzultimo posto con 23 punti come il Montagnareale), poi abbiamo perso il play-out contro il Furnari, ma alla fine abbiamo vinto contro il Pompei. È un obiettivo raggiunto con un lavoro non indifferente, fatto da gennaio, da quando sono arrivato. È stato un cambiamento nella testa e anche fisico perché non è facile, il 20 maggio, resistere più di 90 minuti in campo. Ma ho trovato ragazzi disponibili, sempre presenti agli allenamenti, molti non avevano mai giocato in Prima categoria, come Francesco Casella, classe 2000 (in gol contro il Pompei), che ha iniziato ora a giocare a calcio. È una squadra con un’età media bassa ma ho capito di aver inculcato la giusta mentalità”, ha spiegato l’esperto tecnico che, con il suo Monforte, ha ribaltato il pronostico e ha dedicato questo traguardo a una persona speciale: “Questa salvezza è come vincere un campionato e la dedico a un caro amico scomparso da poco, Bartolo Milioti, ben voluto e conosciuto nel calcio”.

Un compito non facile quello di annullare il 2-0 dell’andata, ma i gol di Basile, Midili, Lisa, Lo Monaco e Casella hanno firmato una grande rimonta: “Ci credevamo, abbiamo imparato dalla gara di andata e ci siamo preparati bene durante la settimana, sapendo che questa sarebbe stata l’ultima occasione per la salvezza. Abbiamo pressato, alzato i ritmi e giocato sempre con grinta e – ha continuato mister Cambria - contro la loro difesa statica, li abbiamo messi in difficoltà. Mi dispiace sportivamente per il Pompei, per tanti ragazzi che conosco, da Molonia a De Tommasi, ma alla fine una squadra, purtroppo, deve retrocedere, ma sono un gruppo umile e di bravi ragazzi. Noi abbiamo fatto un’impresa ribaltando una sconfitta che, per quanto fatto all’andata, era un risultato bugiardo”.

Una grande soddisfazione per tutto il Monforte, che ha cancellato così le ultime negative stagioni, e per lo stesso Salvatore Cambria, tornato in panchina dopo due anni di assenza, dalla vittoria del campionato di Promozione alla guida del Città di S.Agata. Uno strano caso il suo, ma, al di là della personale situazione, la riflessione di mister Cambria riguarda il mondo del calcio in generale: “Oggi è un calcio malato in chi lo amministra. Non c’è più meritocrazia e i dirigenti non scelgono gli allenatori per competenza e professionalità ma per raccomandazioni o sponsor. È una situazione che riguarda tutti i livelli e così, dopo aver vinto la Promozione, ho dovuto aspettare due anni. A gennaio mi sono rimesso in gioco, mi sono preso i miei rischi, ci ho messo la faccia ma, alla fine, abbiamo raggiunto l’obiettivo e devo ringraziare tutti i ragazzi”. Un ragionamento e un modo di vedere il calcio che andrebbe cambiato anche a partire dai settori giovanili, perché - ha aggiunto il tecnico - “si pensa soprattutto a vincere e non al bene dei ragazzi. Se una società vince un campionato è un traguardo per il club e l’allenatore, ma se non esce nessun ragazzo che possa poi affermarsi in altre categorie non è una vera vittoria”.

La sua vittoria, invece, l’ha ottenuta ma è anche stata l’ultima gara sulla panchina del Monforte: “La società e la squadra erano già a conoscenza della mia decisione. Il mio obiettivo era salvare il Monforte che continuerà così a giocare in Prima categoria. Alleno da 18 anni, ho vinto diversi campionati ma resto in attesa di una società con una programmazione seria e che permetta di lavorare, che sia Eccellenza o in Prima categoria. Contatti? Confesso che il mio telefono da 2-3 settimane, da quando sono finiti i campionati di Promozione, ha già cominciato a squillare, ma prima ero concentrato sulla salvezza del Monforte. Ora si vedrà se quelle telefonate continueranno, se saranno davvero interessati e, quindi, libero mentalmente ci potremmo sedere a tavolino per discutere”.

Sezione: Le categorie / Data: Mar 22 maggio 2018 alle 11:48
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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