Un attacco secco, per anticipare avversari e volata. Vincenzo Nibali fa il vuoto sul Poggio e si prende anche la Milano - Sanremo, ultima gemma di un palmares ricchissimo. Grandi giri o classiche di un giorno poco importa, se lo squalo cerchia un appuntamento difficilmente sbaglia.

Ai nastri di partenza non mancava nessuno. C’era Sagan vestito da campione del mondo, Kwiatkowski con l’uno sulla schiena ed il forcone della Tirreno Adriatico nella faretra. Poi i velocisti. Tanti, tutti con l’amaro in bocca per ciò che poteva essere e, alla fine, non è stato. Che il campione messinese non fosse in Liguria per caso lo si era intuito subito. Una pedalata attenta, in testa al gruppo e qualche spallata per prendere davanti le salite. Gli indizi sono chiari e non mentono: lo ripetono i telecronisti, ne sono convinti anche gli spettatori. Bisogna aspettare ma ne varrà la pena.

A sette chilometri dal traguardo Neilands rompe gli indugi. E’ la sveglia ad una corsa dormiente, la miccia utile a far esplodere la bagarre. Nibali gli si incolla alle spalle, gli concede un paio di cambi, lo saluta e scappa via. Mentre il climax si completa, dietro faticano ad organizzarsi. L’indecisione si traduce in un gap di dodici secondi. Esiguo, sufficiente. Sono attimi di frenesia ed esaltazione che dal tubo catodico giungono dritti in via Aurelia, dove l’atleta della Bahrain Merida è appena entrato, reduce da una discesa per cuori duri e stomaci forti. A trecento metri dalla bandiera a scacchi, i rivali lanciano lo sprint. E’ l’ultimo tentativo per riscrivere il finale. Disperato, inutile. Lo squalo si volta eD alza le braccia, Ewan e Demare, secondo e terzo, sono sagome sbiadite, lontane nello specchietto retrovisore.

L’impresa è firmata, le lacrime scendono copiose. La classicissima di primavera non indossava il tricolore da dodici anni. Ci voleva Nibali per rompere il digiuno. Ancora una volta, come sempre.
 

 

Sezione: Altri Sport / Data: Dom 18 marzo 2018 alle 13:50
Autore: Giovanni Sofia
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