Due vittorie su due gara disputate, inizio positivo per Cristiano Lucarelli sulla panchina del Messina, che bissa il successo di Coppa contro la Vibonese battendo al San Filippo anche la Casertana. Tre punti pesanti che il tecnico giallorosso valuta positivamente. Ma quale approccio ha usato per scuotere i suoi, provenienti da un filotto di risultati negativi? “Ho agito seguendo quello che mi diceva uno degli allenatore migliori che ho avuto, Carlo Mazzone: nel calcio esistono due tipi di giocatore, quelli dai piedi alla punta del naso e quelli dalla punta del naso alla fronte. Ho lavorato con tutti come calciatori del secondo gruppo, sulla testa. Quando martedì ho messo piede nello spogliatoio si respirava aria di depressione, c'era poca autostima e serenità, sensazione di sfiducia. Prima della Vibonese ho detto ai ragazzi di stare tranquilli perché tanto nella peggiore delle ipotesi avremmo perde, non succedeva niente di diverso da quello che era capitato fino a quel momento. Un modo per sdrammatizzare. Oggi per 46 minuti ho visto in campo una squadra pensierata che ha fatto male ad un avversario difficile da affronare, un'ottima squadra”.

Difficoltà accentuate dal cambio tattico varato dai “falchetti” allo “Scoglio” rispetto al consueto 4-3-3: “Ci aspettavamo le tre punte invece sono arrivati con il trequartista. Ci siamo ritrovati negli spogliatoi e abbiamo ridisegnato alcuni aspetti tattici che avevamo preparato, i giocatori sono stati spettacolari nell'assimilarli al volo. Abbiamo letto la formazione e compreso ci fosse qualcosa di diverso. Siamo stati propositivi, feroci, abbiamo attaccato gli spazi, riconquistato il pallone a centrocampo, esercitato un buon filtro. Purtroppo abbiamo sbagliato tre volte l'ultimo passaggio e in altrettante la conclusione a rete, dovevamo chiuderla prima perché in questo momento non possiamo permetterci troppi errori. Quel maledetto gol ci ha tolto le certezze che ci eravamo guadagnati ma siamo stati bravi a soffrire e non abbiamo subito nemmeno troppo nella ripresa”.

A fine primo tempo Lucarelli è intervenuto nuovamente provando ad incidere sul morale dei suoi. “Ho rivisto qualche occhio sconfortato, ho detto alla squadra che io non ci sto a farmi mettere sotto da nessuno, abbiamo mantenuto le tre punte pur dovendo procedere ad alcuni adattamenti perché oggi eravamo corti avanti, ma è stato fatto apposta per non dare segnali di resa o vantaggi psicologici agli avversari. Loro hanno raccolto corner, punizioni, azioni frutto del momento ma non palloni nitidi. Se continueremo così credo che faremo bene, guadagnando convinzione e assimilando certe giornate. Poi con il nostro pubblico che ci sostiene come ha fatto oggi, cantando dall'inizio dalla fine, non sarà facile per nessuno giocare qui. Stiamo cercando di diventare squadra, volendoci bene e rispettandoci tra noi”. Al neo trainer dei peloritani non manca comunque l'umiltà per ammettere di avere lasciato un poco di spazio anche all'iniziativa avversaria: “Eravamo senza terminale offensivo di ruolo, quindi in qualche modo schiavi della palla a terra, obbligati a giocare a calcio. Ho fatto una scelta, lasciando i loro centrali impostare e attaccando tutti gli altri, l'abbiamo preparata così”.

La carrellata finale, pur sottolineando Lucarelli di non amare i giudizi sui singoli, è sulle prestazioni di alcuni interpreti, a cominciare dall'ultimo acquisto Grifoni: “L'ho impiegato come terzino e da ala, mi è piaciuto come si è ambientato al nostro contesto, chiaramente la condizione fisica non è ancora ottimale, avevamo previsto un impiego di 50 minuti ma alla fine è stato in campo 60, la duttilità è una delle sue doti principale, ad un certo punto avevo pensato anche di dirottarlo a sinistra. Oltre ad essere bravo ci permetterà di cambiare senza fare sostituzioni”. Altra battuta su Madonia: “Sapevo che dei nostri attaccanti era quello con le caratteristiche migliori per giocare alla Totti, da punta centrale che attira a sé i centrali aprendo gli spazi, è stato in campo fino alla fine, aveva chiesto il cambio com Mancini ma potevo toglierne solo una”. Ancora Mancini impiegato a centrocampo, laterale nella linea a tre: “L'anno scorso a L'Aquila l'ho affrontato da avversario e ha giocato da playbasso in un 4-2-3-1, io lo vedo nel ruolo odierno fermo restando che può fare anche altro perché ha grande esperienza e qualità, deve trovare la condizione ma lo sfrutteremo secondo le esigenze. Dalle mezz'ali mi aspetto 4-5 gol a fine anno, voglio che si inseriscano”. Infine su Milinkovic: “E' un cavallo, io gli lascerò i cancelli spalancati per esperimersi ma quando gli dico che deve tornare nella stalla, dovrà farlo. Ha grande talento e può fare la differenza in questa categoria ma le regole devono rispettarle tutti. E' ovvio che non ci si può comportare con tutti allo stesso modo perché ognuno ha il proprio carattere, lui deve sentire la personalità dell'allenatore ma senza essere inibito, deve essere felice di giocare a calcio se no si intristisce. Gli concederò qualcosa ma mi aspetto altrettanto. Da quando sono arrivato comunque ho trovato un ragazzo disponibile che anzi mi chiede consigli. Speravo segnasse perché lo meritava per i sacrifici di questa partita, speriamo realizzi a Taranto”.

Sezione: Acr Messina / Data: Dom 23 ottobre 2016 alle 21:07
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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